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Sicurezza urbana

Messa in opera

Si potrebbe ipotizzare che, se il problema è stato ben analizzato e correttamente interpretato, e se le strategie individuate sono coerenti con quella interpretazione, il grosso del lavoro sia fatto. Evidentemente, così non è. Di frequente gli esperti di politiche di sicurezza fanno notare, infatti, come nella fase di realizzazione concreta di un progetto emergano numerose difficoltà e aspetti da tenere adeguatamente sotto controllo e come progetti rigorosi nella fase iniziale falliscano per problemi legati alla c.d. implementazione. In questa fase, infatti, entrano in gioco variabili che non sempre era possibile prevedere originariamente. Alcune dipendono da variazioni che avvengono nei territori e nei contesti sociali in cui si interviene. Molte dipendono dal fatto che, con la fase di realizzazione concreta, entrano in gioco nuovi, ulteriori soggetti rispetto all’amministratore e ai suoi esperti.

Le strategie generali abitualmente adottate nella fase di messa in opera sono:

  1. il ricorso a regolamenti, ordini, leggi, ecc. come strumenti di attuazione (si pensi alla adozione di una delibera sindacale, per esempio);
  2. la costituzione di una struttura tecnico-organizzativa che segua la messa in opera;
  3. l’utilizzo di misure di accompagnamento, sostegno e rinforzo alla messa in opera del progetto (incentivi di vario genere, facilitazioni, formazione specifica, ecc.);
  4. l’attivazione di momenti di negoziazione necessari per far procedere il progetto e per superare i conflitti eventualmente derivanti dalla sua messa in opera;
  5. l’attivazione di strategie di comunicazione e di coinvolgimento per le comunità e per altri attori coinvolti.

Come si può ben vedere, queste strategie di accompagnamento della messa in opera sono indirizzate principalmente a tenere sotto controllo le problematiche che possono sorgere. Tali problematiche - oltre ai fattori imprevisti del territorio - derivano principalmente dalle relazioni che si stabiliscono tra gli attori, sia quelli istituzionalmente impegnati nella realizzazione, sia altri soggetti che dalla realizzazione stessa vengono in qualche modo coinvolti.

E’ quindi evidente che più sono i soggetti coinvolti, maggiori sono le difficoltà di implementazioni. La c.d. “partnership” rappresenta una grande risorsa per l’attuazione dei progetti di sicurezza, ma, al tempo stesso, una occasione di conflitto e una ragione dell'eventuale fallimento dei progetti stessi. E’ quindi necessaria, fin dall’origine, una chiara suddivisione delle responsabilità e dei compiti di ogni agenzia coinvolta (sia all’interno della amministrazione comunale, tra i vari settori, sia tra l’amministrazione comunale e altre istituzioni, in particolare le forze di polizia nazionali), cercando di bilanciare le inevitabili differenze in termini di potere all’intero della partnership e di tenere sotto controllo l’emergere di prospettive prevalenti sulle altre. La messa in opera richiede quindi un coordinamento professionale e attento di un soggetto esperto, nominato congiuntamente dai vari partners coinvolti.

Un altro aspetto potenzialmente problematico della messa in opera è la relazione con i cittadini coinvolti dalla misura e con la comunità locale in generale, che deve essere adeguatamente messa in condizione di partecipare e soprattutto di condividere il progetto. Allo stesso modo, minoranze etniche e gruppi sociali svantaggiati in termini di relazione con le autorità locali dovrebbero essere chiamati a partecipare alla realizzazione e la loro collabprazione è spesso una chiave di successo fondamentale dell’iniziativa (si pensi alla importanza di mediatori nelle relazioni con le comunità di immigrati).

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ultima modifica 2014-02-11T13:36:00+01:00
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