Linee di intervento
La L.R. 13/2015 “Riforma del sistema di governo regionale e locale e disposizioni su Città metropolitana di Bologna, Province, Comuni e loro Unioni” in attuazione della L.56/2014, ha confermato il ruolo delle Unioni di Comuni quali enti esponenziali e di governo e ha riconosciuto a quelle montane il ruolo di promozione e coordinamento delle politiche per la montagna.
Le Unioni costituiscono dunque il perno dell’organizzazione dei servizi di prossimità al cittadino a presidio del territorio, ma hanno anche il ruolo di ente di governo dell’ambito territoriale ottimale e sono quindi interlocutore privilegiato della Regione.
La normativa prevede inoltre il riordino delle Province, ponendo le basi per realizzare un nuovo modello di governo territoriale fondato sull'istituzione di enti di area vasta, in sostituzione delle province, chiamati a gestire attribuzioni di impatto sovra-provinciale. In questo contesto emerge il ruolo strategico della Città metropolitana di Bologna, riferito non solo all’area bolognese, ma all’intero territorio regionale (hub dell'Emilia-Romagna).
La legge 13/2015 incentiva le fusioni di comuni per ridurne ulteriormente il numero e razionalizzare l'impiego di risorse pubbliche, valorizzando al contempo anche le loro unioni come vero e proprio perno dell’organizzazione dei servizi di prossimità al cittadino.
Successivamente la legge regionale 15/2016 “Norme di promozione dei percorsi associativi: ambiti ottimali, unioni, fusioni e incorporazioni di comuni” ha introdotto norme per favorire i percorsi di Unione e fusione tra Comuni, per rimuovere gli ostacoli che rallentano i processi associativi.
A tal fine sono stati anche istituiti l’Osservatorio regionale sulle Unioni di Comuni, con obiettivo di monitorare gli effetti che scaturiscono dall'esercizio, da parte delle Unioni di Comuni, delle gestioni associate dei servizi ai cittadini, e l’Osservatorio regionale delle fusioni di Comuni, posto a presidio dei processi di fusione.
Negli anni più recenti, attraverso l’approvazione dei programmi di riordino territoriale (PRT) si è ricercata l'ulteriore evoluzione verso una sempre maggiore effettività della gestione delle funzioni associate.
Il PRT attualmente vigente 2018-2020, è frutto di un percorso partecipato con gli interlocutori istituzionali ed individua una diversa modalità di sostegno fondata sulla differenziazione per far crescere e rafforzare il sistema delle Unioni tenendo conto della disomogeneità sociale, economica e territoriale.
L’obiettivo è la realizzazione di un piano di rafforzamento amministrativo coerente con le altre politiche della Regione orientate verso il medesimo target per concretizzare un reale miglioramento delle capacità organizzative e delle funzioni gestite in Unione, anche grazie ai complementari processi di fusione, che consenta agli enti locali di governare le nuove sfide e di continuare, come territorio emiliano-romagnolo, a essere competitivi e attrattivi.
Per approfondire ed accedere alle informazioni e alla documentazione sulle azioni e le iniziative si vedano le sezioni dedicate a Unioni dei Comuni e a Fusioni.
Il Programma della Giunta regionale prevede per i prossimi anni le seguenti azioni
- Revisione della L.R. 13/2015 sull’assetto delle Province: rafforzare il ruolo della Provincia quale Ente di programmazione e coordinamento di area vasta e di casa dei Comuni.
- Revisione della governance delle Unioni e delle forme di partecipazione degli Enti locali del sistema regionale: riformare gli assetti di governo delle Unioni tenendo in debita considerazione il tema della rappresentanza e dell’efficacia della azione istituzionale; ripensare il ruolo del CAL.
- Sostegno alle Unioni dei Comuni: accompagnare le Unioni in fase di avvio e di sviluppo attraverso un supporto non solo economico ma anche manageriale; prevedere per le Unioni più mature e in fase avanzata nuove opportunità anche in sede di programmazione europea.
- Sostegno alle fusioni dei Comuni: garantire un adeguato accompagnamento ai Comuni intenzionati ad avviare processi di fusione al fine di renderli partecipati e accrescerne la consapevolezza tra i cittadini; proseguire nel sostegno dei Comuni derivanti da processi di fusione.
- Revisione della L.R. 21/2012 ambiti ottimali: rivedere i confini degli ambiti ottimali tenendo conto della giusta dimensione per la gestione dei servizi e del rapporto con gli altri strumenti di governo del territorio che insistono su quell’ambito ottimale